Molti di noi quando per la prima volta ci avviciniamo a un’attività nuova abbiamo timori, paure e dubbi.
E’ una reazione assolutamente naturale, il nostro obiettivo, come per gli animali è sopravvivere!
Abbiamo deciso quindi di scrivere un piccolo articolo sulle domande che più spesso ci vengono rivolte da chi desidera iniziare a camminare sperando così di essere utili a tutti quelli che stanno pensando da un po’ di tempo di iniziare un’attività outdoor ma per un motivo o un altro non si decidono.
1. Piove, e ora che si fa?
Non preoccupatevi troppo delle condizioni atmosferiche. Si può camminare in tutte le stagioni, ma l’essenziale è scegliere l’outfit giusto e la zona giusta!
Per la pioggia esiste una marea di materiale impermeabile di tutti i colori, taglie e prezzi. La giacca impermeabile va bene in ogni stagione ma attenzione, in inverno in Appennino meglio una giacca a vento pesante e dei pantaloni imbottiti. Al mare e in collina si può camminare in tutte le stagioni, ma in estate evitate le ore calde e godetevi le fresche notti stellate. Questo solo per fare un esempio!
Ma ciò che davvero vi renderà dei perfetti trekker è lo spirito di accettazione e di divertimento che la pioggia, il vento o il freddo pungente scatenano, perché il tempo davvero non lo possiamo controllare e nemmeno prevedere per cui tanto vale divertirsi!
E’ chiaro che certe volte la natura vince e a noi non resta che aspettare che le furie atmosferiche si plachino prima di tuffarci all’esterno, e poi cosa c’è di più bello dell’odore di un temporale?
2. Sono da solo!
Chi inizia a camminare ed è da solo ha una grande fortuna: si può aggregare a gruppi trekking già formati!
Questi gruppi sono fatti di persone che hanno in comune l’amore per la natura e l’aria aperta e che spesso vivono da soli quest’esperienza. Partecipano da soli alle escursioni perché i loro compagni, amici, parenti, colleghi non condividono la passione dell’outdoor (non sanno cosa si perdono!).
Camminando nella natura le persone possono incontrare altre persone e prendere un momento di pausa condiviso durante il quale l’essere insieme, il rapporto da persona a persona, è in primo piano.
Quando siamo in cammino siamo svincolati dai ruoli e dalla competizione e possiamo semplicemente essere noi stessi! La competitività che caratterizza la media della nostra esistenza normale viene superata, perché prevale il senso di apertura e la voglia del confronto autentico. Non ci sono altri interessi in gioco ma solo la voglia di stare insieme, di conoscersi e nel rispecchiarsi nell’altro, questo ci consente di sperimentare emozioni positive che ci predispongono all’instaurarsi di relazioni o comunque bellissimi incontri!
3. Non so se riesco a farcela a camminare per tutta la durata dell’escursione!
Camminare è un movimento fondamentale per noi umani: ci definisce come specie e ha ‘definito’ il nostro corpo lungo i millenni dell’evoluzione. L’animale umano ha sempre camminato per periodi più o meno lunghi nel corso dell’evoluzione per soddisfare i bisogni necessari alla sopravvivenza (spostamenti stagionali, raccolta di cibo e acqua, la caccia, ecc). Oggi però il nostro stile di vita è cambiato in modo radicale e questo cambiamento ha avuto un suo effetto sul nostro organismo. La bella notizia è che il corpo si ricorda di tutto basta solo “rimetterlo” in moto per ritrovare la nostra vera natura, l’essenziale è non pretendere da subito di scalare il Monte Pisanino ma avere la pazienza di concedersi del tempo per scalarlo prima o poi o forse mai!
4. Ci sono già stato!
Un luogo, anche se conosciuto riserva sempre delle sorprese! Ogni stagione regala sensazioni e emozioni diverse e anche se in macchina ci sei passato decine o migliaia di volte quando esplori un luogo a piedi non potrai che vederlo con occhi nuovi.
Camminare ed esplorare un territorio con lentezza ci permette di entrare in sintonia e in intimità con gli ambienti che attraversiamo perché tutti i nostri sensi vengono attivati contemporaneamente.
Come affermava Thoreau riferendosi a luoghi che per lui familiari: “Ed effettivamente è possibile scoprire una sorta di armonia tra le risorse di un paesaggio entro un raggio di dieci miglia, o i limiti di una passeggiata pomeridiana, e i settant’anni di una vita umana. Nè gli uni né gli altri vi diverranno mai completamente familiari”.