La Posidonia Oceanica, detta anche “Erba di Nettuno”, è una pianta acquatica endemica del Mediterraneo, che ha delle foglie che possono raggiungere il metro di lunghezza e in generale, e si trova tra gli 0 e i 40 metri di profondità del mare. Essa forma delle vere e proprie praterie sottomarine, molto importanti non solo perché creano un ecosistema grazie alla presenza di organismi vegetali e animali che vi si insediano, ma anche perché ossigenano l’acqua funzionando come dei veri polmoni verdi.
Inoltre le loro radici proteggono la linea di costa dall’erosione e la loro presenza è un ottimo bioindicatore, ovvero sintomo di buona qualità delle acque. La riconosciamo perché spesso “invade” le nostre spiagge sottoforma di palline, cosa che può creare problemi a chi vuole vivere la spiaggia, ma anche questo è un problema a cui in molti ultimamente stanno cercando di trovare una soluzione.
Come trasformare la Posidonia da rifiuto a risorsa?
Nell’antico borgo di Marzamemi, in provincia di Siracusa, dieci aziende vitivinicole e ortofrutticole utilizzano la pianta acquatica come concime.
La posidonia, infatti, se lasciata esposta alla pioggia che ne lava via la salinità, ha un altissimo potere concimante grazie alla sua fibrosità e alla naturale presenza di sali minerali.
Non è il primo esperimento in Sicilia con questa pianta marina, c’è chi ci imbottisce i cuscini e chi inventa macchinari per la sua trasformazione.
«Questo progetto consentirà di risolvere l’annoso problema dei cumuli lungo le nostre coste e, soprattutto, nel centro storico del borgo», dice il sindaco di Pachino, Roberto Bruno.
In Sardegna, invece, è stato pensato di recuperare la posidonia che si accumula sulle spiagge in inverno per realizzare stuoie ed elementi di arredo biodegradabili.
O ancora, c’è chi ha pensato di riutilizzare questa fantastica pianta come isolante termico per strutture in bio-edilizia: questa era in realtà un’antica tradizione di alcune comunità di pescatori, che la utilizzavano per la costruzione delle loro abitazioni. La posidonia, infatti, oltre ad avere un ottimo potere isolante (il Fraunhofer Institute for Chemical Technology ICT di Pfinztal, in Germania, ha certificato che ha un potere isolante molto superiore al legno e a i suoi derivati), ha un’altissima resistenza al fuoco ed è inattaccabile dalle muffe per via della sua salinità.
Un altro esempio interessante è quello del progetto che stanno portando avanti alcuni comuni della nostra Toscana, sotto la supervisione scientifica del Prof. Stefano Mancuso, che mira a promuovere l’utilizzo della posidonia come biomassa, al posto ad esempio del legname.
Tutti questi casi ci mostrano come sia possibile risolvere un problema costruendo un’economia circolare, sostenibile, basata sul rispetto dell’ambiente. Un’economia basata sulla cooperazione con la natura, che può solo portare benefici a noi e al nostro Pianeta.
Per saperne di più partecipate alla nostra escursione all’Isola del Giglio!!